Disturbo da Stress Post Traumatico

Il Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD): l’ombra oscura che imperversa da secoli

Attacchi terroristici, guerre, bombe, incidenti aerei e stradali, così come terremoti, inondazioni, furti in casa, la perdita di un proprio caro e altri eventi tragici che condividono un filo rosso: l’impatto sulla salute mentale delle vittime, dei sopravvissuti e delle loro famiglie.

Per molti giovani di oggi, anche a fronte di problemi facilmente rimediabili come: una bocciatura, una sospensione o un voto negativo a scuola, una delusione d’amore, un’incomprensione in ambiente di svago, può essere fonte di scherno, isolamento, ma che ha origini profonde.

Queste origini, spesso radicate in un PTSD acquisito dall’ambiente, capace di generare tendenze narcisistiche covert ed evitanti di personalità nel soggetto sotto pressione, specialmente se è stato esposto, fin dalla tenera età, a ripetizioni da mindset rigido dei genitori o degli insegnati a scuola.

Un circolo vizioso che ha origini in una forma complessa di PTSD, il disturbo da stress post traumatico complesso (CPTSD).

L’impegno nel risolvere il problema di Disturbo da Stress Post Traumatico significa contribuire alla costruzione di una società forte e virtuosa. Si comincia portando sempre rispetto alle persone.

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Il Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD) è una forma di disagio mentale che si sviluppa a seguito di esperienze traumatiche, forti ed estreme oppure lievi e futili, dipendenti dal livello di sensibilità dell’individuo esposto a shock emozionali, dolore fisico, difficoltà e problemi situazionali o frequenti.

Inizialmente studiato negli Stati Uniti durante la guerra del Vietnam e successivamente durante altre esperienze belliche, il PTSD può colpire individui di tutte le età, compresi bambini, adolescenti, e adulti, estendendosi anche ai familiari, testimoni e soccorritori coinvolti in situazioni traumatiche.

L’esposizione ripetuta e continua a episodi di violenza e degrado, di rimproveri e umiliazioni, può anch’essa causare disturbo da stress post-traumatico.

Spegnete la TV: vi riempie la mente inconscia di me**a!

Definizione del caso: La diagnosi di PTSD è complessa a causa della sua natura multifattoriale, influenzata da fattori personali e ambientali. È comunemente definita come “la condizione di stress acuto che emerge dopo l’esposizione a un evento traumatico”.

Le persone mostrano diversa suscettibilità al disturbo da stress post-traumatico, legata al loro coinvolgimento diretto nell’esperienza traumatica.

Gli studi indicano che l’esposizione mediata, come attraverso i media, può generare disturbo da stress post-traumatico, specialmente nei bambini e negli adolescenti.

Fattori come le caratteristiche dell’evento, la modalità di esposizione, le storie personali e familiari, e le modalità di intervento post-traumatico contribuiscono allo sviluppo del PTSD.

1984 “quello vero”

Negli adolescenti e nei giovani adulti cresciuti negli ultimi 40 anni, le ultime 2 generazioni, è comparsa una paura subdola, incredibile per la loro età:

la paura di vivere in un’esistenza vuota, in un pianeta sterile, la paura di metter su famiglia!

Questo ha perfettamente a che vedere sulle problematiche di PTSD nei nonni e nei genitori emersi dopo i 2 conflitti mondiali e su tutta l’attività di riprogrammazione e manipolazione, mascherata da progresso e consumismo, utilizzando strumenti propagandistici, in particolare i 3 step della manipolazione: demoralizzazione, sovversione, nuova normalità (con un apice consolidato nel 2020).

Le ricerche scientifiche

Ricerche sul Cervello: Studi sul cervello indicano che individui con PTSD producono livelli anormali di ormoni legati alla risposta allo stress e alla paura, con l’amigdala, una ghiandola posta alla base del cervello, svolgendo un ruolo chiave.

Questa anomalia provoca alterazioni emotive prolungate. Inoltre, si osservano cambiamenti nei livelli di neurotrasmettitori che influenzano l’ippocampo, causando disturbi della memoria e dell’apprendimento.

L’alterazione del flusso sanguigno cerebrale e i cambiamenti strutturali nel cervello sono comuni nei pazienti con PTSD.

Sintomi e diagnosi: Secondo il National Institute of Mental Health (NIMH), i sintomi caratteristici del PTSD ricordi includono intrusivi, flashback, incubi, irritabilità, ansia, depressione, insonnia ed evitamento delle situazioni legate all’evento traumatico.

La diagnosi richiede la persistenza dei sintomi per oltre un mese dall’evento. L’American Psychiatric Association (APA) classifica i sintomi in episodi di intrusione, evitamento/mancata elaborazione e ipersensibilità/ipervigilanza.

Attenzione alle parole: evitamento, ipersensibilità, ipervigilanza, stiamo descrivendo in modo indiretto il disturbo evitante, disturbo dipendente, disturbo paranoide, non cosa da poco se espresso nel ramo della psichiatria e nella tematica delle sub-personalità.

Trattamento e Terapia: Non c’è un consenso universale sul trattamento del PTSD, che può risolversi spontaneamente ma spesso richiede interventi.

Il trattamento può avvenire su due livelli: farmacologico e psicoterapeutico. Con risultati più sicuri applicando il secondo livello.

Infatti, le terapie cognitive e di gruppo, raccomandate da NIMH e APA, mostrano risultati positivi. La durata del trattamento varia, ma il coinvolgimento della comunità e della famiglia è cruciale.

Il National Center for PTSD sottolinea la necessità di valutazioni dettagliate e piani terapeutici personalizzati.

L’educazione sui sintomi, il riconoscimento precoce e l’intervento tempestivo sono vitali per il successo del trattamento.

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